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Lo Schiaccianoci. Il balletto natalizio ancora da scoprire

Lo Schiaccianoci (The Nutcraker il titolo originale) è il balletto cult della stagione natalizia, ma siete davvero sicuri di conoscerlo in tutti i suoi aspetti?


ORIGINI DELLO SCHIACCIANOCI

Il libretto del balletto è tratto dal racconto di Alexandre Dumas Storia di uno Schiaccianoci (Histoire d'un casse-noisette), a sua volta ripreso dalla versione di E.T.A Hoffmann, Schiaccianoci e il re dei topi (Nußknacker und Mausekönig) pubblicato a Berlino nel 1816.

La fantasia di Hoffmann, probabilmente, fu ispirata dagli schiaccianoci di legno, giocattoli-utensili capaci di frantumare tra i denti un guscio di noce, che già abbellivano i mercatini natalizi della Germania ottocentesca. Ma dello schiaccianoci decorato si trovano tracce già in precedenza. La storia narra di un’antica popolazione tedesca al confine con l’attuale Repubblica Ceca che decise di ribellarsi alle continue pressioni delle truppe della Germania e alle tasse sempre più gravose. Costruirono, quindi, un grande soldato di legno che aveva la sola funzione di schiacciare le noci in nome di una protesta seria, ma molto creativa. Poi, nei primi anni dell’Ottocento, esso divenne un oggetto alla moda sull’onda delle prime grandi produzioni in serie di giocattoli per bambini. La diffusione dello schiaccianoci oltre i confini europei avvenne subito dopo la seconda guerra mondiale, quando i soldati americani di rientro a casa portarono con sé queste statuine di legno come souvenir. La tradizione ha mutato lo schiaccianoci da simbolo di protesta ad un oggetto-giocattolo-utensile legato ad ideali quali amore, bellezza, sogni, doni del Natale e gentilezza.

Così, dopo che il racconto dello scrittore romantico Hoffmann venne tradotto in francese, nel 1844 Alexandre Dumas lo reinterpreta e lo pubblica a suo nome (praticando un’azione che oggi chiameremo plagio), limando gli aspetti più inquietanti della versione originale tedesca. Schiaccianoci e il re dei topi di Hoffmann è un omaggio al mondo onirico e dell’inconscio, in un perfetto stile romantico, in cui lo Schiaccianoci assume il ruolo di traghettatore verso il regno della salvezza e della grazia delle anime meritevoli. La versione di Dumas si apre, invece, sul narratore che parla in prima persona. Durante la notte di Natale si addormenta sul divano e viene svegliato da alcuni bambini in festa che intrattiene raccontando loro la storia dello Schiaccianoci. Questa introduzione circoscrive con fermezza il mondo della fiaba e del sogno, così che al lettore non resta che ascoltare, insieme al pubblico bambino, una bella fiaba. La versione francese è rimasta a lungo la più conosciuta e ad essa si sono ispirati, appunto, Čajkovskij e Petipa (Ivanov) per il loro immortale balletto.


TRAMA DEL BALLETTO (IN BREVE)


È la vigilia di Natale e i genitori dei piccoli Clara (poi divenuta Masha) e Fritz stanno organizzando una festa con tutta la famiglia intorno ad uno splendido abete. Il quadretto è animato dall’arrivo di Drosselmayer, padrino dei bambini, che porta alcuni doni tra cui le straordinarie bambole meccaniche che danzano per la gioia di tutti gli invitati ed un misterioso Schiaccianoci che affascina moltissimo la piccola Clara, prima di essere danneggiato e perduto tra gli altri giocattoli dal dispettoso fratello. Al termine della festa i bambini vanno a letto. Allo scoccare di mezzanotte, nella stanza di Clara cominciano ad apparire dei topolini che ben presto assumono un aspetto minaccioso, allora anche i soldatini escono dalle loro scatole, dando vita ad una feroce battaglia. Anche lo Schiaccianoci si anima per affrontare in duello il Re dei topi che riesce a sconfiggere. Il vincitore, sul finale, trasformato in Principe, si inginocchia davanti a Clara e la invita tra i rami del magico albero di Natale. Clara lo segue, il quadro cambia e, nella notte, entrano in una foresta innevata, con alberi addobbati a festa. L’atto primo si chiude con il Valzer dei fiocchi di neve. Il successivo atto si apre con l’immagine dei due giovani che entrano nel Regno dei Dolci, un luogo ricco di decori colorati e vedono danzare tutte le leccornie possibili che i bambini possano desiderare. Al Palazzo Reale vengono ricevuti dalla Fata Confetto, che chiede allo Schiaccianoci di raccontare tutte le sue avventure. Il balletto si conclude con un ultimo Valzer, l’apoteosi che celebra tutti i personaggi del divertissement ponendo fine al sogno di Clara di nuovo bambina che si risveglia felice ripensando alle straordinarie avventure vissute mentre stringe al cuore il suo amato Schiaccianoci.



STORIA DEL BALLETTO

Il balletto de Lo Schiaccianoci fu commissionato dal direttore dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij, che si rivolse a Pëtr Il'ič Čajkovskij per la musica e a Marius Pepita per la coreografia, anche se a prima istanza entrambi rifiutarono la commissione. Nonostante i suoi dubbi sulla trama, il compositore completò rapidamente la prima bozza entro il 1891, ma l'orchestrazione non iniziò fino al gennaio dell’anno successivo e ci vollero tre mesi per completarla, "and now it is finished, Casse-Noisette is all ugliness " scrisse una volta terminata. Petipa iniziò a lavorare alla coreografia nell'agosto 1892, ma le sue condizioni di salute gli impedirono di portare a termine la sua commissione e venne assistito da Lev Ivanov, classe 1834, che fu allievo del padre di Marius Petipa, Jean. Anche se Ivanov dovette sottostare alle direttive del suo maestro per l’intero processo di creazione, l’apporto più personale ne Lo Schiaccianoci sembra essere stata la scena della neve. Il balletto debuttò il 18 dicembre 1892 al Mariinsky Theater a San Pietroburgo e nella stessa serata venne presentata anche l'opera lirica in un atto Iolanta (titolo originale Iolanthe), ancora di Čajkovskij. Al debutto Ricardo Drigo era il direttore d'orchestra, la ballerina italiana Antonietta dell'Era svolgeva il ruolo della Fata Confetto e Pavel Gerdt il suo Principe Koklush. Il ruolo di Clara era interpretato da una bambina della scuola di ballo del Mariinsky Theater.



Figura 2 - debutto al Mariinsky Theatre 18 dicembre 1982

Questo balletto portò con sé una novità importante: l’introduzione dello strumento della celesta, che era stata vista per la prima volta dal compositore a Parigi. Ne Lo Schiaccianoci i suoni della celesta sono legati al personaggio della Fata Confetto (Sugar Plum Fairy).

Qui di seguito due versione dell’assolo della Fata Confetto nel secondo atto:

Ekaterina Maximova, corografie di Lev Ivanov, 1958:



Nina Kaptsova, Bolshoi Ballet, coreografie di Yuri Grigorovich, 2010:


Sebbene lo zar Alessandro III fosse stato deliziato dalla prima del balletto, i critici furono molto meno gentili e Lo schiaccianoci non fu considerato un successo alle sue prime esibizioni. Tuttavia, la coreografia fu eseguita, sporadicamente e in varie forme, dalle compagnie russe anche con titoli diversi come The Magic Nutcracker, Alternutcracker, The Revolutionary Nutcracker Sweetie... Ad esempio, a Mosca, nel 1919, Alexander Gorskij presentò una versione realistica del balletto. Masha (come venne poi chiamata la protagonista Clara in Russia) si trasforma nella Fata Confetto e balla il grand pas de deux nell'atto II con il suo Principe Schiaccianoci. In Russia per molto tempo si è mantenuta la versione di Gorskij come il coreografo Grigorovich che ha utilizzato questo adattamento, ma ha reso Masha l'unico vero personaggio del balletto, facendo esistere l’intera storia solo nella sua immaginazione. O ancora, nel 1934 con la produzione di Kirov di Vainonen si tornò alla base classica più tradizionale, ma aggiunse più riferimenti psicologici. Anche Nureyev e Baryshnikov sono cresciuti con quest’ultima versione. Nureyev ha usato la medesima coreografia di Vainonen per la variazione del Principe nell'atto II e Baryshnikov, invece, mantenuto la scena della neve nella sua produzione. Nureyev fece anche trasformare Drosselmeyer nel Principe Schiaccianoci e usò i bambini solo nella festa. Con Baryshnikov il grand pas de deux tra Masha e il Principe diventa un pas de trois che coinvolge Drosselmeyer.


Ma prima che l'Occidente vedesse il balletto nella sua versione completa ne sono stati proposti alcuni estratti. I Ballets Russes di Diaghilev presentarono una versione in due atti del Lago dei cigni nel 1910 in cui Nijinski ballava un assolo come il principe Siegfried con la musica della Fata Confetto ( e dieci anni dopo, la stessa compagnia usò la medesima musica per la Fata Lilla ne La Bella Addormentata, che includeva anche la Danse Arabe e la Danse Chinoise da Lo schiaccianoci nell'ultimo atto). Una versione ridotta del balletto fu rappresentata anche al di fuori della Russia a Budapest dalla Royal Opera House nel 1927, con la coreografia di Ede Brada. In Italia Lo Schiaccianoci fu rappresentato per la prima volta nel 1938, alla Scala di Milano, con la coreografia della russa Margherita Froman, ma ancora in versione non completa (solo alcuni quadri del primo atto sono stati eseguiti) e con il sottotitolo Casse-noisette. Integralmente, il balletto è stato rappresentato in Italia per la prima volta nel ’56 al Teatro Piermarini con coreografie di Alfred Rodigues. Mentre, la prima rappresentazione integrale del balletto negli Stati Uniti risale al 24 dicembre 1944 sotto la direzione artistica di Willam Christensen, per il San Francisco Ballet ove il balletto rimane ancora una tradizione annuale, anche se non necessariamente nella versione di Christensen. Dopo il grande successo di questa produzione che probabilmente diede il via alla sua fama internazionale, la rivisitazione più rinomata è quella di George Balanchine del 1954. Pur seguendo la trama originale, egli decise di dividere il balletto in due parti: realtà e sogno. Questa versione fu poi rappresentata dal New York City Ballet. Balanchine, che aveva ballato ne Lo Schiaccianoci al Mariinsky Theatre in una varietà di ruoli che andavano dal principe bambino a Mouse King e Trepak, non ha usato una regina delle nevi. Ha anche cambiato la struttura del grand pas de deux facendo eseguire alla Fata Confetto la sua variazione all'inizio del secondo atto, omettendo la variazione del cavaliere, lasciando così solo le sezioni dell'adagio e della coda per momenti successivi. Nel 1958 il pas de deux diventa pas de cinq: la ballerina è affiancata dai quattro uomini dei precedenti divertissement.


Con questa serie di re-enactment, di cui sono stati citati solo alcuni esempi, è venuto a modificarsi anche il nome dell'eroina del nostro racconto. Marie è il nome della protagonista nel testo di Hoffamann (e anche in quello di Dumas) la quale aveva una bambola di nome Clara. Ma nella storia di questo balletto la giovane protagonista ha cambiato varie volte il suo nome: se in origine il libretto prevedeva il nome Clara si passò a Marikhen, Marie e poi Masha in Russia dopo la prima guerra mondiale per motivi patriottici. Inoltre Clara-Masha, o come la si intende chiamare, in alcune versioni diviene pure la Fata Confetto. Il problema di aderenza cronologica con la storia fa sì che la prima porzione di balletto, spesso, sia eseguita da una bambina che diventa adulta quando lo Schiaccianoci sconfigge il Re dei topi, dove il ruolo di Clara-Masha e del Principe sono interpretati da ballerini professionisti. In altre versione Masha non è mai interpretata da una giovane danzatrice.

ALTRI RIFACIMENTI

Lo schiaccianoci è stato ripreso più volte dal cinema e dal teatro. Un esempio cinematografico è il film Fantasia di Walt Disney, in cui fate fate, funghi, pesci, fiori e cardi danzano sulla partitura musicale di Čajkovskij che è stata riproposta fedelmente. Nel 1983 uscì Lo schiaccianoci: fantasia su ghiaccio, un adattamento televisivo per uno spettacolo di pattinaggio su ghiaccio, dove le musiche originali sono state riordinate secondo un'altra scaletta e sono state aggiunte poi musiche di un altro compositore russo. Lo schiaccianoci ebbe anche una parodia sul settimanale Topolino. Nel 1988 venne pubblicato Minni e il re dei topi: la storia ha la particolarità che i ruoli dello Schiaccianoci e del Re dei Topi sono invertiti, con il primo nella parte del cattivo e il secondo in quella del buono. Ancora, nel 1993 il regista Emile Ardolino produce una versione cinematografica del balletto sulla base della coreografia di George Balanchine, intitolata George Balanchine The Nutcracker. Il film si distingue per essere una ripresa dell'esibizione in teatro del balletto ad opera del corpo di ballo del New York City Ballet, con le musiche originali e una voce narrante come uniche parti audio.

Versione cinematografica completa George Balanchine The Nutcracker :


Al 2001 risale il film d'animazione Barbie e lo schiaccianoci che ripropone la storia e le musiche del balletto. Nel 2018 la Disney ha distribuito nelle sale una libera trasposizione cinematografica del romanzo, nel quale vennero riprese anche parti delle musiche del balletto originale. Il titolo del film, Lo schiaccianoci e i quattro regni, ha tra gli interpreti Keira Knightley nel ruolo della Fata Confetto e Morgan Freeman in quello di Drosselmeyer. Sono presenti i celebri ballerini Misty Copeland e Sergei Polunin per le scene di ballo.

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